Le iniziative pensate per favorire l’accessibilità dei musei alle persone che affrontano la sfida della demenza sono state avviate, per la prima volta, poco più di una decina d’anni fa negli Stati Uniti, ma hanno già raggiunto una considerevole diffusione anche in ambito europeo. Nel panorama italiano, la Toscana vanta risultati importanti: dopo i primi progetti di Palazzo Strozzi e del Museo Marino Marini di Firenze, oggi i programmi per le persone con demenza sono attivati in quasi tutte le province toscane grazie alla rete Musei Toscani per l’Alzheimer.
Capofila del progetto Musei Toscani per l’Alzheimer all’interno del Mudev è stato il BeGo Museo Benozzo Gozzoli di Castelfiorentino che, nel 2013, ha aderito a un progetto formativo promosso proprio dal Museo Marino Marini di Firenze con alcune associazioni e sostenuto dalla Regione Toscana. Dal 2014, le attività si svolgono regolarmente e sono inserite all’interno dell’offerta stabile dei servizi educativi del museo.
Dal 2015 al 2019 il lavoro progettuale – reso possibile dall’unione delle competenze professionali di educatrici museali e operatori geriatrici – si è ampliato ed ha man mano visto l’adesione e il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di musei e di residenze assistenziali del territorio. Nel 2018, la sperimentazione si è estesa fino a coinvolgere alcune biblioteche della rete Rea.net.: con il coinvolgimento attivo dei bibliotecari è stato promosso l’incontro narrativo-creativo tra persone con demenza e poesia.
Il 2020 è stato sconvolto dalla pandemia da covid 19. Un’esperienza che ha bruscamente rivoluzionato le coordinate di progettazione: anche i musei del Mudev, chiusi o fortemente limitati nell’accesso, si sono interrogati su come continuare a rendere fruibile per tutti, anche per le persone anziane fragili, i loro patrimoni. Su come continuare a favorire la relazione con i caregiver, e quella tra essi e le persone delle quali si prendono cura – soggetti tra i più colpiti da solitudine, isolamento, privazione di contatti con le comunità.
Le tecnologie/la rete sono state un approdo naturale, strumento per provare a non interrompere i rapporti costruiti negli anni e sperimentare così nuove forme di comunicazione col patrimonio storico-artistico presente nei musei del territorio.
Sostenuti dal percorso formativo promosso dal sistema Musei Toscani per l’Alzheimer dedicato alle attività a distanza, è stato progettato un programma di appuntamenti online a cadenza mensile sulla piattaforma zoom.
Il programma di appuntamenti a distanza ha preso il nome “Musei per l’Alzheimer – Lontani ma vicini” ed è stata la prima risposta al bisogno di riallacciare i contatti, mantenere le relazioni instaurate durante gli anni di attività in presenza nei musei con le persone anziane e i loro carer, condividere la bellezza dei patrimoni dei nostri musei anche e soprattutto in un periodo particolarmente difficile e doloroso, sentirsi vicini e sostenersi a vicenda.